Caravaggio by Maurizio Calvesi

Caravaggio by Maurizio Calvesi

autore:Maurizio Calvesi [Calvesi, Maurizio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Giunti
pubblicato: 2014-03-27T23:00:00+00:00


I DIPINTI D’ALTARE NEL PERIODO ROMANO

Perché questa resistenza ad ammettere un interesse del Borromeo per il Caravaggio? Il fatto è che il cardinal Federico è uno dei maggiori e più rigorosi esponenti della Controriforma cattolica, ai cui ideali si voleva far risultare antitetico il Caravaggio.

Ma si tratta di un errore particolarmente grave, perché il Caravaggio fu proprio un interprete (per quanto autonomo, spericolato, e in qualche modo “esagerato”) di una certa ala innovativa della Controriforma; e proprio di quell’ala “pauperista” che faceva capo al Borromeo e agli Oratoriani.

Questa corrente di pensiero auspicava un ritorno della Chiesa alla purezza e quindi alla sobrietà e povertà delle origini, in contrasto con lo sfarzo rinascimentale. L’oratoriano Baronio giunse persino, arditamente, a conclamare la falsità della donazione di Costantino, pilastro del potere temporale della Chiesa. Il poverismo del Borromeo è uno dei tratti che caratterizzano la ricostruzione della sua figura fatta dal Manzoni nei Promessi Sposi: il cardinale che si rivolge «ai più rozzi e derelitti del popolo», che accarezza ragazzi «sudici e stomacosi». «Volle una tavola piuttosto povera che frugale, usò un vestiario piuttosto povero che semplice».

Né tutto ciò è invenzione, giacché si ricava da notizie dell’epoca. E c’è da chiedersi persino se non siano da riportare a un quadro analogo le pittoresche e denigratorie descrizioni del Bellori circa il modo di vestire, di mangiare e di vivere del Caravaggio: «Non lascieremo di annotare li modi stessi nel portamento e vestir suo, usando egli drappi e velluti nobili per adornarsi; ma quando poi si era messo un habito, mai lo tralasciava, finché non gli cadeva in cenci. Era negligentissimo nel pulirsi; mangiò molti anni sopra la tela di un ritratto, servendosene per tovaglio mattina e sera».

Comunque il Caravaggio nella sua prima giovinezza doveva aver respirato, a Milano, il clima di quella severa e popolare religiosità introdotta da San Carlo, particolarmente congeniale al sentire lombardo, ricca di interessi sociali per il mondo dei poveri e dei reietti.

Il cardinal Federico del resto doveva essere una sua vecchia conoscenza. Era infatti parente di Costanza Colonna, marchesa di Caravaggio, al cui servizio stava il padre del pittore (e i Colonna continuarono a proteggere il Caravaggio in tutte le sue disavventure). Il Borromeo fu inoltre buon amico del collega Del Monte, cui era legato da gusti molto vicini in pittura (come mostra un confronto tra le due collezioni di dipinti) e dall’interesse per le scienze. A lui, partendo da Roma nel 1595, Federico Borromeo affidò la direzione dell’Accademia di San Luca ed è probabile che il primo incontro tra il Caravaggio e il Del Monte sia avvenuto per suo tramite, o per quello dei Colonna.

Il Caravaggio è inoltre nominato in una lettera del 1607 ricevuta dal Borromeo mentre il pittore era a Malta, in relazione a qualche contatto che non è possibile precisare.

Quasi certamente infine l’avvicinamento del Merisi all’ambiente romano degli Oratoriani (o Filippini) avvenne in conseguenza di una segnalazione del cardinal Federico, che era praticamente un adepto dell’Oratorio, e che nell’Oratorio era di casa. Nel 1597 egli



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